Divisione e assegnazione dell’immobile in sede di divorzio: limiti, presupposti e vincoli pertinenziali

Nel corso di una separazione o di un divorzio, la possibilità di dividere o assegnare l’immobile coniugale dipende da precisi requisiti tecnici e giuridici. Se la casa non è facilmente divisibile o l’ambiente familiare è conflittuale, il giudice può rigettare la richiesta. Anche le pertinenze, come un box auto, seguono le regole della casa familiare, salvo prova contraria. In situazioni simili è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia per tutelare adeguatamente i propri interessi.

Separazione e divorzio: quando è possibile dividere la casa familiare

Nel procedimento di separazione o divorzio, l’eventuale richiesta di divisione dell’immobile adibito a casa coniugale o l’assegnazione parziale a uno dei coniugi, è subordinata a specifici presupposti giuridici e tecnici. In particolare, il giudice può disporre la suddivisione solo nel caso in cui l’immobile risulti fisicamente divisibile o sia composto da unità abitative autonome e distinte.

L’eventuale assegnazione di una parte della casa al coniuge non collocatario dei figli è dunque ammissibile soltanto se la struttura dell’abitazione consente una divisione agevole, rispettando i requisiti di autonomia funzionale e indipendenza strutturale.

Quando la divisione non è possibile: ostacoli tecnici e conflittualità tra i coniugi

Nel caso esaminato dal Tribunale di Salerno, con sentenza del 16 ottobre 2024 n. 4696, è stato evidenziato come la richiesta di divisione dell’immobile avanzata da uno dei coniugi non potesse essere accolta, anche a causa dell’elevato livello di conflittualità tra le parti.

La resistenza della moglie si è fondata su due elementi rilevanti:

  1. Impossibilità tecnica della divisione, supportata da documentazione progettuale che evidenziava la mancanza di autonomia tra le due porzioni dell’immobile;
  2. Un contesto relazionale fortemente deteriorato, che rendeva impraticabile una soluzione abitativa condivisa o parzialmente separata.

Il tribunale ha ritenuto queste argomentazioni fondate, motivando così il rigetto della richiesta di divisione. È stato inoltre chiarito che, se la divisione fosse stata ammissibile, il giudice avrebbe potuto disporre il riparto delle spese tecniche tra uno o entrambi gli ex coniugi.

Box auto e vincolo pertinenziale: chi deve provarne la cessazione

Un ulteriore aspetto della vicenda ha riguardato la richiesta di assegnazione di un box auto situato nei pressi dell’abitazione familiare. Il ricorrente, per ottenere l’esclusione del box dalla casa coniugale e ottenerne l’assegnazione separata, avrebbe dovuto dimostrare l’inesistenza o cessazione del vincolo pertinenziale tra il garage e l’abitazione.

Il giudice ha sottolineato che, in assenza di tale prova, il box auto continua a essere considerato parte integrante della casa familiare, in quanto ne costituisce pertinenza funzionale, secondo quanto previsto dall’articolo 818 del codice civile. Questo principio afferma che le pertinenze seguono la sorte giuridica del bene principale, condividendone destinazione e regime.

Casa familiare e pertinenze: un concetto ampio

Il concetto di casa familiare, ha precisato il Tribunale, non si esaurisce nell’immobile in senso stretto, ma comprende tutto quel complesso di beni destinati alla vita quotidiana della famiglia, tra cui anche garage, cantine o altri spazi funzionali. Di conseguenza, ogni provvedimento di assegnazione deve considerare l’intero contesto abitativo, non soltanto le mura domestiche.

Conclusione: l’importanza dell’analisi tecnica e legale nelle separazioni immobiliari

Ogni richiesta di divisione o assegnazione immobiliare in sede di separazione o divorzio deve essere supportata da un’attenta valutazione tecnica e giuridica. Elementi come la struttura dell’immobile, la relazione tra le parti e il vincolo tra pertinenze e bene principale incidono direttamente sulla decisione del giudice. Per affrontare al meglio queste questioni, è fondamentale affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia, capace di guidare il cliente con competenza e strategia.

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