Call us now:
Tutela giuridica della persona incapace: differenze tra amministrazione di sostegno e interdizione
Nel nostro ordinamento, la legge n. 6/2004 ha introdotto l’istituto dell’amministrazione di sostegno, concepito come uno strumento di protezione della persona con disabilità o fragilità, pensato per adattarsi in modo flessibile alle esigenze specifiche del caso concreto. Rispetto all’interdizione, non si configura come una misura meno incisiva in senso quantitativo, ma si distingue sul piano funzionale: si tratta infatti di strumenti alternativi e complementari, da applicare secondo il grado di compromissione della capacità della persona da tutelare.
È proprio la specificità della situazione individuale a determinare quale istituto sia più idoneo a garantire protezione ed equilibrio tra dignità personale e tutela patrimoniale. Tuttavia, l’interdizione mantiene un ruolo residuale, essendo riservata ai casi in cui le altre misure, compresa l’amministrazione di sostegno, non siano sufficienti a tutelare efficacemente la persona.
Il caso concreto: quando l’interdizione è l’unica misura possibile
Nella vicenda esaminata dal Tribunale di Potenza (sentenza n. 903/2024), è stato valutato il caso di una persona affetta da gravi deficit cognitivi, al punto da non essere in grado di riconoscere nessuno né di svolgere le attività minime della vita quotidiana.
Il giudice ha escluso la possibilità di ricorrere all’inabilitazione, in quanto tale misura presuppone la sussistenza di una capacità, seppur minima, di intendere e di volere. Allo stesso modo, si è ritenuto inidoneo l’istituto dell’amministrazione di sostegno, che, per quanto flessibile, richiede un minimo livello di partecipazione o interazione da parte del beneficiario, del tutto assente nella situazione esaminata.
Alla luce di ciò, è stata ritenuta necessaria l’interdizione giudiziale, quale unica misura capace di fornire protezione piena ed efficace, in coerenza con i principi costituzionali di tutela della persona (articoli 2, 3, 4, 41 e 42 Cost.) e le disposizioni codicistiche applicabili (artt. 348, 404 e seguenti c.c., art. 473-bis.52 c.p.c.).
Scelta dello strumento di protezione legale: centralità del caso concreto
Dall’analisi giurisprudenziale emerge con chiarezza che non esiste una regola rigida nella scelta tra interdizione e amministrazione di sostegno: ciò che conta è la rispondenza della misura alle reali condizioni psicofisiche della persona.
L’interdizione non va esclusa in astratto, ma valutata attentamente come opzione estrema, da adottare solo quando tutte le altre forme di protezione più leggere risultano inefficaci.
Conclusione: l’importanza della consulenza legale personalizzata
La scelta tra interdizione e amministrazione di sostegno non è mai automatica e deve essere fondata su un’attenta analisi delle condizioni della persona e delle sue necessità. In questo contesto, rivolgersi a un avvocato esperto in diritto delle persone e tutela giuridica è fondamentale per proporre la misura più adatta, rispettosa della dignità e degli interessi del soggetto da proteggere.