Universalità della divisione ereditaria: limiti e conseguenze in assenza di prova sul compendio

Divisione ereditaria e principio di universalità: quando la domanda è improcedibile.
Secondo il principio di universalità della divisione ereditaria, lo scioglimento della comunione deve riguardare l’intera massa ereditaria e non singoli beni. In assenza di un accordo tra le parti o di una specifica domanda giudiziale per la divisione parziale, non è possibile dividere solo una parte del patrimonio.
La sentenza del Tribunale di Napoli, n. 5273 del 21 maggio 2024, ha dichiarato improcedibile la domanda di divisione per mancanza di prova sulla titolarità dei beni mobili e in assenza di richiesta di divisione limitata ai soli immobili.
Per proporre correttamente una domanda di divisione ereditaria è essenziale provare la composizione del patrimonio e formulare domande precise, anche in via subordinata.

Nel contesto delle successioni ereditarie, assume rilievo fondamentale il principio di universalità della divisione, secondo cui lo scioglimento della comunione ereditaria deve riguardare l’intera massa ereditaria e non singoli beni isolati. La divisione, infatti, deve investire la totalità dei beni ereditari, così come ricostruiti dalle parti nel giudizio in termini di allegazione.

Divisione solo dell’intero asse, salvo accordo

In mancanza di un’espressa volontà delle parti in tal senso, non è possibile procedere a una divisione parziale, ad esempio limitata al solo compendio immobiliare. È ammessa una divisione limitata solo qualora vi sia un accordo specifico tra le parti oppure quando una delle parti formuli espressa domanda giudiziale in tal senso, senza che le altre chiedano di estenderla all’intero asse ereditario.

Conseguenze della mancata prova sulla titolarità dei beni

Il Tribunale di Napoli, con sentenza n. 5273 del 21 maggio 2024, ha ribadito questo principio, affermando che la mancanza di prova sulla titolarità dei beni facenti parte della massa ereditaria impedisce di procedere alla divisione. In tale situazione, diventa superfluo anche l’esame delle altre domande connesse, per difetto di interesse.

Nello specifico, il giudice ha stabilito che, in assenza di prova del compendio mobiliare, non può farsi luogo alla divisione immobiliare, poiché le parti non avevano chiesto una divisione parziale. Di conseguenza, la domanda è stata dichiarata improcedibile, in applicazione del principio di universalità e in mancanza di domanda, anche subordinata, per la sola divisione degli immobili.

Conclusione

Il principio di universalità della divisione impone che lo scioglimento della comunione ereditaria coinvolga l’intero patrimonio ereditario, salvo diverso accordo o esplicita domanda giudiziale. In assenza di prova sul compendio ereditario, e senza richiesta di divisione parziale, la domanda di divisione deve essere dichiarata improcedibile.

Per gestire correttamente la fase divisoria in ambito successorio, è sempre consigliabile affidarsi a un avvocato esperto in diritto delle successioni, capace di impostare correttamente la strategia processuale e le relative allegazioni probatorie.

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