Diritto di famiglia

Ammissibilità della domanda di divorzio riconvenzionale e profili penali dell’inadempimento dell’assegno di mantenimento

Domanda riconvenzionale di divorzio e inadempimento dell’assegno: due recenti orientamenti.
Il Tribunale di Brescia (sent. non definitiva, 11 luglio 2024) ha ritenuto ammissibile la domanda riconvenzionale di divorzio proposta dal convenuto in un procedimento per modifica delle condizioni di separazione, valorizzando l’interpretazione dell’art. 473-bis.49 c.p.c., che consente a entrambe le parti di formulare domanda di divorzio negli atti introduttivi, anche in via riconvenzionale, purché vi sia stato il passaggio in giudicato della separazione.

Il Tribunale di Genova (sent. penale n. 1659/2024) ha invece affermato che la mancata corresponsione dell’assegno divorzile, anche parziale, integra il reato di cui all’art. 570-bis c.p., salvo che vi sia una impossibilità assoluta, totale e incolpevole di adempiere, non riscontrata nel caso concreto nonostante la difficoltà economica dell’imputato.
Le due pronunce evidenziano la necessità di una corretta gestione processuale e patrimoniale nei procedimenti familiari.

Amministrazione di Sostegno e Interdizione: criteri applicativi in presenza di gravi deficit cognitivi

Quando una persona si trova in condizioni di grave compromissione cognitiva, la legge prevede diverse forme di tutela giuridica, tra cui l’amministrazione di sostegno e l’interdizione. Sebbene l’amministrazione di sostegno sia pensata come uno strumento più flessibile e adattabile, non sempre risulta idonea a garantire una protezione sufficiente. Nei casi più gravi, in cui la persona non è in grado di compiere neppure gli atti più semplici della vita quotidiana, l’interdizione può rappresentare l’unica misura efficace. La valutazione va sempre fatta caso per caso, con l’assistenza di un avvocato esperto in tutela delle persone fragili.

Nullità della donazione di beni parzialmente altrui: quando manca la causa nel contratto donativo

Donazione di beni parzialmente altrui, quando è nulla.
La donazione è valida solo se il bene donato appartiene al donante al momento dell’atto. Se il bene è di altri, la donazione è nulla salvo che l’atto contenga un’espressa dichiarazione del donante sulla consapevolezza della non appartenenza del bene al proprio patrimonio e l’assunzione dell’obbligo di procurarne l’acquisto.
Il Tribunale di Bari ha dichiarato nulla la donazione da parte di coeredi di beni indivisi ereditari, poiché i beni non erano concretamente nel patrimonio dei donanti per mancanza di divisione ereditaria.

Contributo al mantenimento del figlio maggiorenne convivente: legittimazione del genitore e ripartizione delle spese

Quando un figlio maggiorenne continua a convivere con uno dei genitori, quest’ultimo ha la possibilità di richiedere direttamente all’altro genitore il contributo economico per il suo mantenimento. Questa possibilità si aggiunge al diritto del figlio stesso, creando una doppia legittimazione fondata sui doveri familiari. Inoltre, in caso di separazione o divorzio, il coniuge assegnatario della casa familiare è tenuto a farsi carico delle spese ordinarie legate all’uso dell’immobile, mentre quelle straordinarie restano a carico del proprietario. Per affrontare correttamente questi aspetti, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia.

Divisione e assegnazione dell’immobile in sede di divorzio: limiti, presupposti e vincoli pertinenziali

Nel corso di una separazione o di un divorzio, la possibilità di dividere o assegnare l’immobile coniugale dipende da precisi requisiti tecnici e giuridici. Se la casa non è facilmente divisibile o l’ambiente familiare è conflittuale, il giudice può rigettare la richiesta. Anche le pertinenze, come un box auto, seguono le regole della casa familiare, salvo prova contraria. In situazioni simili è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia per tutelare adeguatamente i propri interessi.

Infedeltà coniugale e dichiarazioni al CTU: quando scatta l’addebito della separazione

Nel contesto delle separazioni tra coniugi, la violazione del dovere di fedeltà può avere conseguenze importanti, fino all’addebito della separazione. Non sempre però la tolleranza iniziale di un tradimento da parte dell’altro coniuge è sufficiente a escludere questa responsabilità. È fondamentale valutare l’evoluzione del rapporto e l’eventuale ripetersi delle violazioni. Anche le dichiarazioni rilasciate durante i colloqui con il consulente tecnico d’ufficio possono assumere valore probatorio, influenzando l’esito del giudizio. Per affrontare correttamente situazioni di questo tipo è essenziale rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia, in grado di tutelare al meglio i propri diritti.

Universalità della divisione ereditaria: limiti e conseguenze in assenza di prova sul compendio

Divisione ereditaria e principio di universalità: quando la domanda è improcedibile.
Secondo il principio di universalità della divisione ereditaria, lo scioglimento della comunione deve riguardare l’intera massa ereditaria e non singoli beni. In assenza di un accordo tra le parti o di una specifica domanda giudiziale per la divisione parziale, non è possibile dividere solo una parte del patrimonio.
La sentenza del Tribunale di Napoli, n. 5273 del 21 maggio 2024, ha dichiarato improcedibile la domanda di divisione per mancanza di prova sulla titolarità dei beni mobili e in assenza di richiesta di divisione limitata ai soli immobili.
Per proporre correttamente una domanda di divisione ereditaria è essenziale provare la composizione del patrimonio e formulare domande precise, anche in via subordinata.